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Visualizzazione dei post da gennaio, 2014

"E PENSARE CHE UNA VOLTA MANGIAVI SOLO PASTA AL POMODORO..."

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Sono lontani ormai i tempi in cui ventenne gironzolavo per Londra con la mia migliore amica senza darle la soddisfazione di mangiare noodles in Camden Town, fish and chips o doner kebab nel quartiere turco  . Si, insomma,  passeggiavo nella capitale più interculturale d'Europa sicuramente con il naso all'insù, gli occhi aperti quanto basta per incantarmi ma sempre con l'irresistibile voglia di trovare un buon posto in cui mangiare una maledettissima pasta al pomodoro. Oggi a distanza di anni ho capito cosa mi sono persa. E non tanto il kebab o i noodles o gli involtini primavera. No. Qua si sta parlando di molto di più. Il cibo è cultura. Come si produce, come viene consumato, come viene servito, come viene gustato e accompagnato. Oggi non mi ferma più nessuno. Partendo da questa concezione credo che potrei assaggiare e mangiare di tutto. Non voglio più perdermi niente. Ora, liberi e libera di prendere alla lettera questa mia confessione o meno, è ormai palese per

MèMOR

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Ieri sera ha inaugurato la mostra "Stuck" a cura di un gruppo di giovani adolescenti di alcuni CAG (centri di aggregazione giovanile) milanesi che hanno intrapreso un viaggio in Polonia nel campo di concentramento di Aushwitz accompagnati da alcuni miei colleghi educatori. Di ritorno da questa significativa esperienza hanno rielaborato il loro vissuto allestendo una mostra aperta gratuitamente al pubblico nello spazio comunale " Seicentro " in via Savona 99 a Milano. La mostra sarà fruibile fino al 31 Gennaio. L'inaugurazione. Nonostante alcuni dei ragazzi fossero gli stessi che frequentano i CAG in cui lavoro, non avevo raccolto troppe informazioni in anteprima proprio per potermi gustare in diretta l'impressione di cotanto lavoro e cotanta messa in discussione da parte di questi adolescenti che hanno accettato di metterci faccia, cervello, braccia e pensiero e dei miei colleghi ai quali va la mia ammirazione. Così, senza sapere troppo mi sono

NEIGHBORHOOD #2

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A.A.A Post altamente personale (aka pagina di diario) Se vuoi proprio leggerlo ti consiglio di ascoltare:   Neighborhood #2 (Laika) -Arcade Fire . Il contatto con un Neighborhood   straniero protagonista dell''80% del mio lavoro (un Neighborhood #2 diciamo) mi sta facendo riflettere sull'esperienza del viaggio, del cambiamento e di come i luoghi trasformino le nostre identità. Perdonatemi, quindi se oggi sparo un post di personalissima esperienza. Nonostante abbia cambiato la residenza e abbia il medico di base nell'isolato vicino scelto da un elenco di dottori sconosciuti, Milano non è ancora del tutto mia. Per questo per me è ancora così speciale. Ogni angolo e ogni strada ancora mi riempie di stupore. Milano è stata provvidenziale per me, mi fa sentire in potenza e mi fa godere dell'"anonimato" giusto di cui avevo bisogno. E così, sconosciuta e silenziosa mi faccio rapire dalla nebbia di questa città e la respiro. Come un salmone ho nuot

10 MOTIVI PER GUARDARE THE WALKING DEAD

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Ormai siamo a metà gennaio, tra meno di un mese inizia la seconda parte della quarta stagione e io sto già organizzando i miei impegni e la mia vita da qui alle prossime settimane per non perdermi l'appuntamento settimanale con gli zombie (e due miei carissimi amici). Non ho mai avuto troppa pazienza di seguire le serie tv, sono propensa al consumo veloce delle cose purtroppo ma quella sensazione di aspettare una settimana per sapere come andrà a finire mi mancava da Beverly Hills 90210. Dopo Beverly Hills ho provato a guardare tantissime serie tv ma TWD su di me ha vinto. In TWD non attendi col fiato sospeso una settimana per sapere se Brenda lascerà Dylan o il contrario (più probabile) bensi aspetti con ansia di scoprire se riusciremo a rimanere prima vivi e poi umani (si ho usato la prima persona plurale perchè in TWD anche tu sei un sopravvissuto). Ma perchè dovresti vederlo? Qui provo a darti 10 buoni motivi ma prima...sigla  1. L'APOCALISSE l'apocalisse

HO FATTO QUATTRO CHIACCHERE CON JEAN-MARC

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A volte mi capita di immaginare di essere l'amante (perchè di solito hanno già una fidanzata) di uno dei personaggi dei libri che leggo e mi è successo anche con Jean-Marc.   Jean-Marc è un uomo affascinante, estremamente intelligente ma eccessivamente sensibile che vive ne "L'identità" di M. Kundera  ( Milan Kundera ed. Adelphi €8) .  Un pò di tempo fa a pagina 53 parlammo di amicizia e mi disse più o meno così:  ".. .ho capito qual è l'unico significato che al giorno d'oggi può avere l'amicizia : è indispensabile all’uomo per il buon funzionamento della sua memoria. Ricordarsi del proprio passato, portarselo sempre dietro, è forse la condizione necessaria per salvaguardare, come si suol dire, l’integrità dell’io. Per fare in modo che l’io non rimpicciolisca, che mantenga immutato il proprio volume, bisogna innaffiare i ricordi come dei fiori in vaso, e tale operazione richiede un contatto regolare con i testimoni del passato – ossia con

ODE A SAN PIETRO

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Durante le vacanze di Natale sono tornata a San Pietro dai miei. Secondo me San Pietro l'ha disegnato un bambino e poi qualcuno l'ha costruito, si perchè sembra proprio un paesaggio di quelli che si disegnano all'asilo: una strada a curve frustata in mezzo a uno spazio infinito tutto verde con tanti alberi. Le case hanno il tetto a triangolo e hanno tante finestre, addirittura ogni casa ha un cortile con i cani e si gira in bicicletta dentro e fuori dal cortile e se vuoi buttare la spazzatura puoi anche uscire in mutande con l'umido in mano. Non passano macchine (forse troppo difficili da disegnare), anzi quando passano vengono attentamente squadrate, studiate perchè in questo angolo di mondo (alle porte di Milano) c'è qualcuno che  sa ancora chiedere "chi è?". Se vuoi prendere il pane devi andare nel paese più vicino così come per la spesa o per una bottiglia d'acqua ma se vuoi le verdurine fresche e un buon frutto puoi affacciarti e raccoglierl

EPIFANIE

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  Perchè sono tornata. Qui . E' iniziato tutto un giorno di settimana scorsa. Sono andata in libreria con la Franci e lì è successo qualcosa. Tutto quello a cui pensavo mi si palesava davanti agli occhi, una sorta di epifania cognitiva. Pazzesco. Credo di non aver respirato per due secondi (di più non posso per via del mio PFO al cuore) appena mi accorgevo che ciò a cui stavo pensando si trovava esattamente lì davanti ai miei occhi. Non so se questa cosa abbia un nome, non so se sia sincronismo o casualità o  mangiotroppopesantequindiholeallucinazioni sta di fatto che questa sensazione non mi ha più abbandonata fino ad oggi. Ed è per quello che son tornata in punta di piedi su questo blog. C'erano qui solo due post, uno a distanza di un anno dall'altro e tutti e due mi si sono manifestati in modi diversi questa settimana. In libreria sono inciampata in dance dance dance e oggi con la Patti al Pac ho rivissuto alla mostra " vite in transito " di A.Paci l'