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Visualizzazione dei post da agosto, 2015

Lost in Shanghai

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Hanno cancellato il mio volo per maltempo, l’hanno spostato a domani mattina. Ci hanno trasferito per la notte in un hotel vicino all’ areoporto di Shanghai. Unica straniera, nessuno parla inglese.  Ho capito con un pò di esercizio grafi-mimico che domani c’è la morning call alle 7 del mattino.  Credo che alle 6.45 sarò nella hall a meno che non voglia essere...dimenticata a Shanghai. Eclettica, eccentrica, esagerata, sinuosa e brillante.  Mi sono specchiata nei suoi riflessi e mi stavano bene, una città così cinesamente magica che racchiude in sè le diverse culture che l'hanno cresciuta. Per la prima volta da quando sono in Cina qui ho respirato qualcosa di familiare, quell'aria larga dei boulevard francesi, sentire l'odore di caffè per strada, di cornetti, godere del buon gusto delle persone che la vivono e che frenetiche calpestano i suoi marciapiedi, scoprire la sua nightlife. Una megalopoli a tutti gli effetti, esagerata come se fosse americana, elegante come

Ting Bu Dong. Le infinite possibilità del non capirsi.

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Ting Bu Dong .  Tre parole indispensabili per sopravvivere a una conversazione con un cinese che pensa che tutti parlino cinese. Ma come dargli torto?  In fondo lo parlano più di un miliardo di persone...   Ting Bu Dong si gnifica non capisco, a volte è davvero un dispiacere pronunciarlo perchè ci sono momenti in cui avresti voglia di dire un sacco di cose tranne che non capisci...altre volte invece diventa un' àncora di salvezza, tipo quando proprio non ci stai dentro e non vuoi nemmeno dire quelle due cose che sai, ovvero michiamomartasonoitalianasonoquiperinsegnareitalianononsonosposata. In questi due mesi quindi dietro a un mio " non capisco" si sono consumate lacrime di frustrazione e risate imbarazzate a seconda del mood of the day, e così sul taxi, al supermercato, con quel ragazzo al bancone che tenta un approccio (cinese) consumavo il mio ting bu dong quotidiano senza però  ragionare davvero sulle infinite possibilità del non capirsi.  Non ca

Il giorno e la notte

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  “La Cina è il drago. E’ il rosso. E’ la passione, è la fatica, la difficoltà. E’ una donna seducente, affascinante e dotata di grande intelletto, che impone all’altro una storia d’amore e, immancabilmente, di odio”. Ho passato un weekend meraviglioso a Pingyao, per dirla come in quel film ho mangiatopregatoamato e ora che sono sul treno K (che è quello lento) ho quattro ore di viaggio, il tempo giusto per quietare l'adrenalina e finalmente andare con calma verso casa e verso le mie nuove consapevolezze dopo più di un mese dal'altra parte del mondo... Fare un viaggio da soli non è godersi lo spettacolo in poltrona ma è salire sul palcoscenico e recitare insieme alla gente del luogo. Lo spettacolo te lo godi mentre lo vivi mentre lo agisci e a volte ti manca sederti su quella poltrona, rilassarti e non pensare ad altro se non a quello che gli altri hanno confezionato per te. Le cose vanno avanti in base a come la prendi, a come decidi di agire, a quanto sei capa