A scuola. In Cina.

Martedì primo settembre è ufficialmente iniziata la scuola. 
Alle 16 del pomeriggio si è tenuta la cerimonia di apertura.
 I primi giorni di scuola della mia vita li ricordo pieni di voci, patatine e bibite. Nulla di tutto ciò.
 Qua siamo in Cina, l'educazione è una delle prime 5 cose importanti nella vita di un cinese e la scuola è l'istituzione che ha la responsabilità di formare il cittadino cinese di domani. 
Ma andiamo con ordine.
Il primo settembre la scuola è ufficialmente iniziata per tutti. Ma non per me e i miei studenti.
Noi a scuola ci andiamo da due mesi e ora vi racconto un pò cosa ho scoperto sulla scuola cinese.

In prima elementare un bambino cinese deve memorizzare 100 caratteri, in seconda 200, in terza 300, in quarta 600, in quinta 800. Alla fine della scuola dell'obbligo, cioè a 9 anni deve sapere tra i 2500 e i 3.000 caratteri di scrittura. Uno sforzo non indifferente, che dite? Inizia così la dura vita di uno studente cinese. Arriverà alla scuola media e alla scuola superiore tostato e pronto per affrontare un tour de force che lo vedrà sacrificare in nome del sistema educativo quella che noi chiamiamo adolescenza. La pressione psicologica esercitata sugli studenti è fortissima e il ricorso al rimprovero e alla critica pubblica è costante. Fuori dalla scuola ci sono cartelli con le belle facce degli studenti più bravi, classifiche, giudizi, tutto pubblicamente mostrato. Più studenti eccellenti ci sono in quella scuola più questa aumenterà di prestigio. La cosa che più infastidisce un cinese è perdere la faccia ( in cinese si dice miànzi)  insopportabile per lui è la critica e quindi farebbe di tutto pur di evitarla.  Gli studenti, quindi, accellerati dal senso di competizione corrono verso il successo scolastico senza prendersi pause dallo studio. Non è raro vedere gli studenti addormentati sui banchi o sugli sgabelli, in mensa...dappertutto! La scuola inizia alle 7 del mattino e finisce alle 5 (le lezioni) però gli studenti vi rimangono fino alle 21.30 per lo studio individuale. A questo seguono sei ore di sonno e via di nuovo la stessa danza. Chi abita lontano dalla città o abita in città ma troppo lontano dalla scuola può vivere nel dormitorio insieme agli altri studenti e quindi anche a 15 anni i ragazzi vivono "da soli". 
Le classi cinesi sono numerosissime. Se in Italia arriviamo a un massimo di 30 (ma già raro) qui ci sono classi tra i 40 e i 60 alunni. Solo nella mia scuola ci sono migliaia di studenti...facile immaginare quanto siano grandi le aule. Gli spazi sono triplicati, non ho bisogno della palestra mi basta solo andare dall'aula alla mensa per fare la mia ginnastica quotidiana!

A tutto ciò si aggiunge anche una rigorosa disciplina nell'attività fisica che è sempre però portatrice di valori sociali-culturali. Ogni mattina le classi sfilano nel campo da basket in una marcia perfetta e all'unisono sulle note dell'inno nazionale. E' uno spettacolo incredibile che può far pensare a mille cose ma a me ne interessa solo una  e cioè che una cosa così io non l'ho mai vista e mi basta per sorprendermi. I professori corrono di fianco agli studenti correggendoli se alzano troppo poco il braccio (col pugno) o se non camminano allineati. Quando li guardo correre nel campo in fila, in ordine e guaiasgarrare non posso fare a meno di pensare come non sia lontanamente possibile proporre una cosa del genere agli studenti italiani.
La figura dell'insegnante è fondamentale, tant'è che ogni volta che ci si vuole riferire ad una persona autorevole portandole rispetto si usa proprio il termine laoshi, insegnante appunto. Le famiglie sono totalmente fiduciose nei confronti della scuola a cui affidano quasi totalmente la formazione dei figli. 
Il rapporto con gli insegnanti è diverso da quello tra uno studente italiano e il suo insegnante. C'è molta distanza e molto riconoscimento del ruolo. D'altronde i ruoli e le regole qui sono tutto. Come potrebbe funzionare una nazione così grande altrimenti?
Le qualità più apprezzate dalla società cinese sono la modestia, la riservatezza, la laboriosità, l’onestà, l’intelligenza, l’autosufficienza, questi sono tutti i valori che la scuola cinese si propone di passare agli studenti a partire dall'esempio del corpo docenti che lavora molte ore e anche di domenica se è necessario.
Capitolo a parte è sullo stile d'apprendimento. Il metodo socratico (squisitamente occidentale) indirizzato principalmente allo sviluppo di competenze individuali per l'espressione del sè è qui sostuito col metodo confuciano,  ogni azione del singolo individuo è indirizzata al mantenimento dell'armonia collettiva. Lo studente cinese non è abituato a esprimere opinioni o esprimere sentimenti ma a funzionare bene, memorizzando ciò che gli serve per contribuire all'armonia sociale. 

Commenti

Post popolari in questo blog

"MEMORIE DI UNA RAGAZZA PER BENE" tributo a Simone De Beauvoir

Io pedina inconsapevole dell'accoglienza

Week one: setting up