Tokyo Grand Final

This child of mine si è spinta fino al Giappone.
Come una fuchiko (le bamboline arrampicanti giapponesi) si è arrampicata maldestra sul primo aereo ed è volata a Tokyo e quando è tornata mi ha detto:   
Tokyo è un posto in cui non vedi l’ora di avere fame e di dire mi scappa la pipì.

Sono stata a Tokyo 4 giorni e mezzo. Da sola.Tre ore e quaranta minuti da Pechino, uno sputo in confronto a quanto sarebbe stata lontana da Milano. Non potevo andarmene dall’Asia senza rischiare un “infarto per abuso di LSD”. Si, perché Tokyo mi ha fatto fare un viaggio bellissimo pieno di allucinazioni indimenticabili.
Per aiutarmi a riordinare le idee (visto che sono tante) e aiutare voi nella lettura provo a fare un elenco di quello che mi è piaciuto di più e in quel “mi è piaciuto di più” ci metto anche le disavventure che a Martasan non mancano mai (soprattutto quando si muove da sola. Ops.).


 1. I MIRACOLI
Appena atterrata a Narita il primo inconveniente. No, niente a che vedere con disorientamento o domande del tipo " e mò che faccio?" ( a proposito...grazie Cina!). Tutto ben segnalato, intuibile, preciso. Nessun pericolo di sentirsi lost  ( grazie Cina again). Mi dirigo sicura e impaziente al primo bancomat, prelevo un pò di Yen e con la mia valigia e la mia borsetta corro verso la stazione. La mia host di air bnb mi sta aspettando alla fermata taldeitali e non posso farla aspettare. Non ho nemmeno internet per avvisarla per cui faccio le cose in fretta e scendo le scale. Sono sulla banchina del treno e...il terrore! Il mio Mac, il mio adorabile laptop non c'è più. L'ho dimenticato al bancomat. Salgo veloce le scale, inizio a chiedere aiuto a tutto l'areoporto, nessuno mi capisce, faccio leva sul mio italiano più sfacciato che conosca ma intorno a me tutto accade lento e zen. Qualcuno della polizia addirittura si inchina davanti a me e mi fa capire di seguirlo. Incredibile ma vero. Un giapponese ha trovato il mio Mac e lo ha consegnato al banco informazioni. Arigato non sarà mai abbastanza.
Così è iniziato il mio viaggio. Con un miracolo.

2. TERUKO
Per la mia vacanzina a Tokyo ho scelto air bnb al posto di andare in un hotel o in un ostello. Avevo voglia di incontrare un local, vivere in una vera casa giapponese e non da ultimo spendere una cifra ragionevole. Beh, se all'areoporto ho perso 30 anni di vita (ora ne ho solo tre infatti) appena ho conosciuto Teruko è iniziata la vera vacanza. Vivere nella sua bellissima casa e imparare un sacco di cose dal suo modo di vivere la quotidianità è stato davvero un privilegio. La prima sera abbiamo cenato insieme (solo quella volta purtroppo) e mi ha mostrato alcune parti di Tokyo per darmi il benvenuto. Da lei ho imparato molte cose sulla cura della pelle (mi ha introdotto a delle creme buonissime), della casa e del proprio corpo. Adoro l'Oriente da questo punto di vista. Teruko è stata davvero manna dal cielo perchè mi ha anche dato un pocket wifi per potermi collegare a internet ovunque e la card ricaricabile per i mezzi che si è rivelata davvero utilissima. Io faccio spudoratamente pubblicità a questa super host.

3. I BAGNI
Ha ragione il mio alter ego fuchiko, me l'aveva detto. A Tokyo non vedi l'ora di andare in bagno. Perchè? Perchè il water ha la tazza riscaldata, vicino ha un telecomando che ti predispone musica, bidè, temperatura. I bagni sono uno spettacolo, pulizia igiene e comfort. Vale la pena bere tutte le bibite delle vending machine per andare in bagno ogni 5 minuti!

4. GOLDEN GAI
Nel quartiere di Shinjuku c'è un piccolo sotto quartiere chiamato Golden Gai dove ci sono tantissimi baretti e ristorantini così piccoli che ci possono stare al max 5 persone. Mi sono piacevolmente persa per un paio di sere in quelle viuzze spiando dalla finestra la clientela perchè standoci in così pochi avevo voglia di scegliere, come dire, una giusta compagnia! Beh, in entrambe le sere sono capitata in gruppetti piacevoli con cui è stato facile tirar tardi tra amaretto di saronno (!!!) e sakè. Nonostante Tokyo sia una città immensa è davvero facile trovare piccoli spazi in cui non sentirsi persi ma raccolti. Si, ecco come ci si sente in quella città: raccolti.

 5. IL CIBO
 (al punto 5 mi astengo dal proferir parola. Solo silenzio e devozione)

6. IL SUPERMERCATO
sushi al posto delle cotolette Amadori


7. RISPETTARE LA FILA
fuori dai ristoranti, nei negozi, per salire in metro, alla cassa, in biglietteria.
La pazienza orientale è tanta, infinta e santa.


8. FUCHIKO
Le vending machine vendono di tutto ma le fuchicko, ovvero le bamboline arrampicanti sono le mie preferite. Ci sono anche quelle che si spatasciano sotto i bicchieri o sotto il tavolo. Troppo divertenti questi giappo.


9. MAID CAFE'
dopo il Neko Cafè (caffè dei gatti, già "provato" anche in Cina però) ero davvero curiosa di andare in un maid cafè nel quartiere di Akahabara, quartiere per eccellenza di anime e fumetti. Su youtube avevo visto dei video su queste caffetterie bizzarre in cui le maid sono travestite da cameriere di foggia vittoriana con pizzi e grembiule. Sono una specie di Cos Player ed è davvero un'esperienza divertente. La clientela è prettamente maschile ma anche le donne sono ben accette per passare un'ora alternativa cantando, giocando a giochi in scatola con la maid, bevendo cocktail colorati con tanto di formuletta magica per farli venire buoni e facendo una foto sul palchetto con le orecchie da gatto. Come è capitato a me.


10. PERSONE
Tokyo è davvero popolata da individui interessanti. C'è chi ti colpisce per la classe, chi perchè eccentrico, chi per l'eleganza, chi per la spiritualità, chi per la gentilezza, chi per la fantasia.
Al tempio Meiji Jingu questo gruppetto di ragazzi mi ha avvicinato offrendosi come guida per praticare un pò di inglese. Ero sola e senza lonley planet. Perchè no? Beh, è stato interessante pregare con loro e capitare senza volerlo in un matrimonio tradizionale. Arigato. 
L'elenco potrebbe essere infinito, le cose che mi hanno colpito di Tokyo sono innumerevoli. Non ho usato cartine infatti ogni tanto spedivo su wechat la mia location al mio amico Nico di Pechino per capire dove mi trovavo, ma non c'è stato un secondo in cui mi sono sentita persa.
Iniziato con la perdita (e il ritrovamento) del mio Mac il sogno giapponese è finito con la perdita del treno veloce a Pechino direzione Shijazhuang. 
Di notte, sola e senza più il mio treno prenotato e già pagato ho preso le mie cose e sono saltata su quello lento, senza posti a sedere. 4 ore in piedi.  Un bel ritorno alla realtà si ma un pò scomodo forse. "Bentornata in Cina". Ho viaggiato su questo treno e nonostante la stanchezza, il disagio e anche un pò di strizza ho apprezzato anche questo lato della Cina. Ho immaginato cosa andassero a fare tutte queste persone stanche e con valigie di cartone. Probabilmente a lavorare. E nonostante mi stesse per venire una crisi di pianto dal nervoso, li ho guardati e ho pensato che se ce la facevano loro (molto più anziani di me) a sopportare un simil viaggio ce l'avrei fatta anche io. Così mi sono messa a guardare un film sul cellulare del mio vicino, mi sono tirata su il cappuccio e con gli occhi di tutti puntati addosso perchè unica straniera sono arrivata a casa. Alle due del mattino dopo una vacanza, a questo punto, davvero completa.

Commenti

  1. Marta! Il punto n.1 è incredibile! In Giappone ciò che si perde si ritrova, sempre! Cel'ha assicurato Yuko, la nostra amica giapponese che era con noi quando Macs ha perso l'iPhone alla Tokyo tower (!!!) e subito ritrovato! Hai fatto l'esperienza tipica! Ahahah grande Marta! I <3 Japan

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  2. Punto 3 !!!! punto 5 spettacolo! Io ci tornerei domani! Marta grazie per i tuoi racconti! Buon Natale cinese!!!! Smack Mica

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